A IMMAGINE E SOMIGLIANZA

ricostruire contenitori di umanità 

Mostra dei lavori realizzati nell’ambito del laboratorio di sperimentazione della scultura”molle” dagli allievi del Liceo Artistico Felice Casorati di Novara

 

Nell’ambito di For Peggy research

Ricerca dei giovani linguaggi artistici

Under 35

Promossa da

STUDIO DIECI

CITYGALLERY VERCELLI

Su progetto di Max Bottino

Carla Crosio

Fiorenzo Rosso

 

In collaborazione con Comune di Vercelli

e Liceo Artistico Felice Casorati di Novara.

A completamento della stagione espositiva 2007 2008

For Peggy with love

Progetto/evento collaterale alla mostra “Peggy Guggenheim” svoltasi all’ARCA Vercelli.

 

Bambole e azioni

realizzate da

 

Alice Preda

Chiara Sodano

Clarissa Sau

Elisabetta Fossati

Enrico D’Anela

Erica Magistrini

Fabiola Cerutti

Federica Fontana

Giosiana Ghisleri

Jamal Perotti

Ketty Mancin

Kim Forni

Laura Bollati

Loziana Nano

Luca Prato

Marco Lodroni

Margherita Gualino

Mattia Loisi

Mauro Caudullo

Max Bottino

Sara Cattin

Sara Cattaneo

Serena Soro

Silvia Quazzola

Stefania Poletti

Stefano Bandi

Valentina Brandoni

Valentina Guazzoni

Valeriya Yanshyna

Vincenzo Deniso

 

Progetto a cura di

Max Bottino

 

con la collaborazione di

Carla Crosio.

 

Musica per l’azione:

“Il profumo dei sogni”

composta e eseguita da

Roberto Cappella

 

riprese video:

Gloria Spozio

 

grazie a:

Carmen Nuzzolo

 

 

 

La ricerca di una propria precaria identità

passa anche attraverso l’interrogativo sulla morte, non necessariamente visitata nella pacata visione del tranquillo trapasso confortato dai sacramenti. Ciò che Bottino racconta è il cosciente spavento per la mostruosità dell’immaginazione vissuta

nel lacerante sentimento che affonda

le proprie radici in evocazioni controriformiste dove la sanguinolenta concretezza della visione dà corpo all’immaginazione più cruenta.

A tal proposito tornano alla mente le strazianti azioni dei personaggi rappresentati nei Sacri monti. Non le leggi della bellezza ma quelle del sublime strazio del corpo che si contrae deforme

e spaventoso, un’identità altra,

profonda che pare non ci lasci scampo.

 

Roberto Moroni

 

 

Vicende antiche almeno quanto quelle dell’uomo sono raccontate dalle bambole.

La loro muta presenza accompagna,

da sempre, gli avvenimenti più intimi,

 fatti di sentimenti e piccole debolezze, essenza della “piccola storia quotidiana”, del vissuto collettivo e domestico, dell’esperienza di tutte le infanzie

siano queste bambine o adulte.

Bambola, elemento essenziale del

rito-gioco o del gioco-rito,  simulacro polivalente dell’umano investito dall’uomo-creatore di qualsiasi funzione. Essa assolve alla necessità di feticcio, divinità, oggetto magico-evocativo, compagno di viaggio per l’aldilà,

di simbolo di fanciullezza o magia nera, interprete e testimone della quotidianità, figlia, donna, moglie, amante e schiava.

Bambola come gioco proiezione della vita adulta nell’infanzia, perversione

e feticcio di desideri nascosti, muta compagna per combattere paure ancestrali;

bambola madre e padre,fratello e sorella, famiglia e divinità, da caricare di affetto, amore, odio, desiderio, violenza o tenerezza.

Copia piu o meno inventata dell’uomo

la bambola diventa forse specchio capace

di riflettere anche aspetti accuratamente evitati o nascosti, sarà perché non invecchia, non ha età e rughe, non si ammala mai;

non muore. Persona che non muore,

perché già morta se non manipolata,

perche simulacro stesso di un inerzia

del corpo senza anima e energia, bambola persona salva dalle umane miserie, senza fame, senza sete, senza morte, senza dolore, senza sangue e sudore, che non

si decompone e che non può andare all’inferno.

Bambola femmina per grammatica, tradizione e forma ma capace

di trasformarsi in maschio, bambino, animale, vittima, desiderio, dio,

o asessuato segno dell’umano. 

Scopo di questo laboratorio

è tentare, sperimentare,

il fare arte costruendo bambole.

Assecondare l’umano sogno,

o l’artistica perversa necessità,

di essere fertili generatori di vite,

siano anche immobili e mute, costruire per sè e per gli altri corpi inerti

per realizzare inconfessabili volontà

o semplici voglie, trasformare l’artista

in chirurgo e scienziato forte dell’illuminista malattia della cura.

Modificare a proprio piacimento

corpi esteticamente imperfetti è specchio esistente di un mondo che quotidianamente si deforma, si abbellisce, si ricostruice,

si trapianta, si usa e si fa usare, si uccide,

si tortura e al tempo stesso si coccola,

si ama e si accarezza, governa

e si fa governare,  si fà esempio.

Un laboratorio per nuovi Frankenstin,

o nuovi dei armati di ago, filo e frattaglie che tentano, pur sapendo di dover fallire, di raggiungere il malato sogno dell’immortalità, di scoprire la circolazione del sangue delle statue, di costruire

il simulacro della propria memoria.

 

 

Max Bottino

 

STUDIODIECI

Citygallery

via Galileo Ferraris

89/93 VERCELLI

 

dal      06 giugno      08

 

al 21 giugno 08

 

apertura: sabato e domenica

dalle ore 17.30 alle ore 19.00

 

info: www.studiodieci.org